Conobbi Stefano nel 1992. Era estate. Mi trovavo nel mezzo della Death Valley in California. Senza benzina e senz’acqua. Non era certo il posto più indicato in cui trovarsi con l’auto in panne, in estate. Temetti il peggio, colpa mia, certo, perchè avevo ceduto all’azzardo di addentrarmi in quel luogo inospitale nonostante fosse chiaramente sconsigliato farlo nei mesi caldi. Tant’è che non passava anima viva e dopo più di due ore di attesa cominciai seriamente a preoccuparmi.
Il sole se ne stava lentamente andando anche lui stanco dopo una giornata impegnativa ed io ero seduto sul ciglio della strada pregando che dall’orizzonte si materializzasse un’auto. E, per fortuna, così accadde.
Arrivò e si fermò “Serve aiuto?” mi sentii chiedere dal finestrino abbassato. Quello fu il nostro primo incontro.
Passammo qualche giorno insieme percorrendo quella valle al tempo stesso inospitale ed avvolgente, dura ed affascinante. Si parlò a ruota libera della vita e si condivisero sogni, aspettative, preoccupazioni, ipotizzando il futuro di un’esistenza in divenire immaginata e dipinta con i colori vividi dell’entusiamo giovanile.
Sono trascorsi anni da quel nostro primo incontro e la vita ha segnato il suo corso. Ha sovente deviato da quelle aspettative, da quei sogni, ci ha messo alla prova costringendoci spesso a rimetterci in gioco e in discussione, a rivedere i piani facendo anche scelte non sempre opportune o desiderate.
Benchè di tempo ne sia ormai passato il nostro legame non si è però allentato anzi, è rimasto ben saldo e nonostante poi “scopri che i sogni, a volte, sono di cartone” possiamo e, forse, dobbiamo sempre crearne di nuovi.
Don’t give up, my friend, and keep going on dreams!
Stanislao Molinsky (un irriducibile amico)
Il sole se ne stava lentamente andando anche lui stanco dopo una giornata impegnativa ed io ero seduto sul ciglio della strada pregando che dall’orizzonte si materializzasse un’auto. E, per fortuna, così accadde.
Arrivò e si fermò “Serve aiuto?” mi sentii chiedere dal finestrino abbassato. Quello fu il nostro primo incontro.
Passammo qualche giorno insieme percorrendo quella valle al tempo stesso inospitale ed avvolgente, dura ed affascinante. Si parlò a ruota libera della vita e si condivisero sogni, aspettative, preoccupazioni, ipotizzando il futuro di un’esistenza in divenire immaginata e dipinta con i colori vividi dell’entusiamo giovanile.
Sono trascorsi anni da quel nostro primo incontro e la vita ha segnato il suo corso. Ha sovente deviato da quelle aspettative, da quei sogni, ci ha messo alla prova costringendoci spesso a rimetterci in gioco e in discussione, a rivedere i piani facendo anche scelte non sempre opportune o desiderate.
Benchè di tempo ne sia ormai passato il nostro legame non si è però allentato anzi, è rimasto ben saldo e nonostante poi “scopri che i sogni, a volte, sono di cartone” possiamo e, forse, dobbiamo sempre crearne di nuovi.
Don’t give up, my friend, and keep going on dreams!
Stanislao Molinsky (un irriducibile amico)