Cos’è una creazione d’arte? E’ la trasposizione, su supporti differenti, di un flusso emotivo e creativo dell’artista, è il risultato di un’azione espressiva che nel suo rapporto con il fruitore diventa stimolo percettivo visivo. Rappresenta, pertanto, un’esperienza mentale estetico/visiva assolutamente soggettiva che fa i conti con la nostra sensibilità, con le nostre esperienze ed anche con le nostre credenze.
E cos’è , quindi, la pittura? Se vogliamo cercare di comprenderla bisogna scomporla: è gesto, è segno/forma, è colore.
Per quanto mi riguarda, la mia è una pittura quasi priva di narrazione che non ha necessità di esprimere significati simbolici ma è ricca di tensioni e contrasti cromatici in grado di stimolare le percezioni dell’occhio. Il risultato finale suggerisce una logica di linguaggio che sembra scaturire dalla ragione più che da impulsi emotivi e si configura come una serie di formule utili a dare all’opera un’idea di struttura più o meno compiuta.
Come ho già evidenziato, si tratta di un percorso di ricerca di armonia tra forma e colore attraverso differenti soluzioni espressive, di organizzazione dello spazio attraverso l’interazione tra le due forze. Uno spazio sostanzialmente bidimensionale in cui, però, le stesse forme dialogano ed entrano in relazione, comunicazione e, a volte, anche contrasto tra loro. Sono fisse ma in qualche modo si ‘muovono’ ed interagiscono cambiando il focus della percezione. Per il mio modo di dipingere diviene, quindi, necessaria una continua sperimentazione e ricerca che insegue la dialettica tra colori e forme.
E il gesto artistico, è istinto o ragione? Disposizione innata dell’anima, inclinazione, indole oppure pensiero, riflessione e raziocinio?
Per me il gesto è, in primo luogo, azione. Un atto che definisce e struttura lo spazio sia esso impulsivo o mediato dal pensiero. Nei miei lavori, che molto spesso sono il risultato di stratificazione di interventi successivi, sono presenti due fasi distinte e conseguenti. In primo luogo la stesura dei colori, acrilici, che creano e compongono piani percettivi differenti. Questa avviene attraverso un’azione istintiva, un gesto veloce, non pensato, non mediato, mediante il quale stendo ed amalgo i pigmenti cercando differenti soluzioni cromatiche. Nel processo creativo interviene, quindi, una successiva fase in cui si esprimono la ragione, il pensiero, l’intenzione, la volontà. Il segno deciso, creato con un marker nero, è tracciato per contenere il colore e ricercare un equilibrio. Nella mia sintassi pittorica il segno, alla base della genesi delle forme generalmente geometrizzanti, è essenziale nella dialettica e quasi prende il sopravvento sul colore, lo imprigiona, lo ‘addomestica’.
In tutto questo percorso io divento testimone diretto del dialogo tra istinto e ragione in cui l’intenzionalità della forma si contrappone alla casualità del colore.
E cos’è , quindi, la pittura? Se vogliamo cercare di comprenderla bisogna scomporla: è gesto, è segno/forma, è colore.
Per quanto mi riguarda, la mia è una pittura quasi priva di narrazione che non ha necessità di esprimere significati simbolici ma è ricca di tensioni e contrasti cromatici in grado di stimolare le percezioni dell’occhio. Il risultato finale suggerisce una logica di linguaggio che sembra scaturire dalla ragione più che da impulsi emotivi e si configura come una serie di formule utili a dare all’opera un’idea di struttura più o meno compiuta.
Come ho già evidenziato, si tratta di un percorso di ricerca di armonia tra forma e colore attraverso differenti soluzioni espressive, di organizzazione dello spazio attraverso l’interazione tra le due forze. Uno spazio sostanzialmente bidimensionale in cui, però, le stesse forme dialogano ed entrano in relazione, comunicazione e, a volte, anche contrasto tra loro. Sono fisse ma in qualche modo si ‘muovono’ ed interagiscono cambiando il focus della percezione. Per il mio modo di dipingere diviene, quindi, necessaria una continua sperimentazione e ricerca che insegue la dialettica tra colori e forme.
E il gesto artistico, è istinto o ragione? Disposizione innata dell’anima, inclinazione, indole oppure pensiero, riflessione e raziocinio?
Per me il gesto è, in primo luogo, azione. Un atto che definisce e struttura lo spazio sia esso impulsivo o mediato dal pensiero. Nei miei lavori, che molto spesso sono il risultato di stratificazione di interventi successivi, sono presenti due fasi distinte e conseguenti. In primo luogo la stesura dei colori, acrilici, che creano e compongono piani percettivi differenti. Questa avviene attraverso un’azione istintiva, un gesto veloce, non pensato, non mediato, mediante il quale stendo ed amalgo i pigmenti cercando differenti soluzioni cromatiche. Nel processo creativo interviene, quindi, una successiva fase in cui si esprimono la ragione, il pensiero, l’intenzione, la volontà. Il segno deciso, creato con un marker nero, è tracciato per contenere il colore e ricercare un equilibrio. Nella mia sintassi pittorica il segno, alla base della genesi delle forme generalmente geometrizzanti, è essenziale nella dialettica e quasi prende il sopravvento sul colore, lo imprigiona, lo ‘addomestica’.
In tutto questo percorso io divento testimone diretto del dialogo tra istinto e ragione in cui l’intenzionalità della forma si contrappone alla casualità del colore.